La Notte di San Lorenzo
Agosto
2020
a cura di Niva Lorenzini
a Bologna – Cantieri Meticci con la regia di Pietro Floridia
a Palermo – Enzo Vetrano e Stefano Randisi
Ma Tifone, mentre andava a caccia di notte, scoprì la bara per caso, illuminata dalla luna; riconosciuto il corpo di Osiride, lo fece in quattordici pezzi e lo disperse. Quando lo venne a sapere, Iside si mise di nuovo a cercare qua e là, attraversando le paludi su una zattera di papiro.
Plutarco
Nei Cantieri Meticci la parola dispersi fa risuonare qualcosa di molto antico: il gesto di una sorella instancabile nell’andare alla ricerca dei pezzi del fratello dispersi, la sua determinazione nel ritrovarli, ricomporli insieme fino a ridonargli almeno per un attimo la vita.
È il mito di Iside e Osiride. È la capacità tutta femminile di rigenerare la vita a partire dalla morte.
È la spinta al congiungere che si contrappone a quella dello smembrare. Nasce nell’antico Egitto, mondo in cui Tifone, dio della siccità, sgretola, ma Iside, terra, si ricongiunge a Osiride, Nilo, e nuovamente la vita si rinnova.
Oggi, a maggior ragione se pensato in connessione con il quarantesimo anniversario della Strage di Ustica, tale mito in noi riverbera onde di significato a livelli molto diversi: dalla sfera intima a quella sociale, dal farsi metafora della capacità della memoria di tenere in vita il perduto fecondando il presente, al rappresentare un modello al femminile, capace di tenere testa e battere un maschile sempre più soltanto disgregante. Ma è altresì importante per Cantieri Meticci perché racconta che la nostra identità non è qualcosa di fisso e immutabile e puro bensì un movimento di trasformazione: Iside infatti giunge dall’Africa ma in quel grande grembo di mescolamento che era il mare di mezzo -oggi al contrario muro e tomba – ha incontrato la civiltà greca e quella cristiana divenendo anche da noi, nella sponda nord del Mediterraneo, la dea protettrice di chi si mette in mare. I testi poetici scelti per la notte di San Lorenzo anche per questo abbracceranno le tradizioni culturali più disparate e, avendo per sfondo questa storia mitica, verranno incastonati in 4 movimenti/azioni sceniche dai seguenti titoli: dispersione, ricerca, ricucitura, rinascita.
Sulla scena, attori anch’essi “dispersi diasporici”, ovvero originari delle più disparate provenienze, si muoveranno in una scenografia fatta di grandi reti da pescatori, simbolo quanto mai mediterraneo di interrelazioni e trame, che attraverso laboratori partecipati guidati dagli artigiani e scenografi di Cantieri Meticci, i cittadini hanno trasformato in grandi mappe tessili: testimonianze della bellezza dell’intreccio tra sensibilità ed esperienze di vita molto eterogenee.
Pietro Floridia è regista, drammaturgo, scenografo. Fonda nel 1994 il Teatro dell’Argine di cui fino al 2012 è condirettore.Nel 2014 fonda i Cantieri Meticci di cui è l’attuale direttore. Scrive e dirige numerosi spettacoli di cui va ricordato Cronache da un mondo perfetto. Un giardino per Ofelia, testo tradotto in una decina di lingue. Il balcone di Giulietta (menzione speciale al Premio Scenario). Con lo spettacolo Il violino del Titanic vince il premio Teresa Pomodoro. Dirige numerosi progetti e spettacoli in circa una trentina di paesi tra Europa, Africa Medio Oriente e Sud America.
In occasione degli eventi serali nel parco, il museo sarà aperto dalle 20 alle 23. Il Dipartimento educativo MAMbo propone una visita guidata gratuita alle 20. Prenotazione obbligatoria: T. +39 051 6496611 – mamboedu@comune.bologna.it.