Judith Malina, ospite d’eccezione della quinta edizione della rassegna “Dei teatri, della Memoria”, preferisce non parlare di pubblico, ma di partecipanti, ugualmente impegnati insieme agli attori in una ricerca comune.
Nella scena del Giardino della Memoria abbiamo visto riprodursi di anno in anno uno spazio di partecipazione attiva, a partire dalle domande sollevate dagli artisti, in nome di un impegno condiviso per la verità, la giustizia, la resistenza.
Parole che ritornano anche quest’anno, unite da un filo che si snoda lungo la penisola, attraversando vicende più o meno lontane, per disegnare un affresco di memorie proiettate nel presente.
Il viaggio in Italia ha per protagonisti ancora una volta artisti d’eccellenza della scena contemporanea, insieme a giovanissimi ai quali è consegnato il testimone del nuovo.
L’itinerario inizia significativamente con Pantani, figura del ciclismo prima mitica poi infangata, al quale il Teatro delle Albe dedica lo spettacolo omonimo, che attorno allo “scalatore che veniva dal mare” costruisce un rito antico, dove una folla di persone è chiamata a evocare le memorie dell’eroe e delle sue imprese per affermare un anelito di giustizia.
Il “viaggio ascensionale verso la rivoluzione permanente”, invocato dal Living Theatre nel 1968 con lo spettacolo Paradise Now è richiamato dal lavoro dei Motus il cui titolo, The Plot is The Revolution, riprende la didascalia della mappa consegnata agli spettatori in occasione di quello spettacolo. La trama è la rivoluzione, ovvero una trasformazione personale in nome dell’utopia, che finisce per investire il teatro e l’intera società e che ancora si manifesta nel dialogo fra due irriducibili Antigoni, Judith Malina e Silvia Calderoni.
I giovani finalisti del Premio Scenario per Ustica presentano in un’unica serata i loro studi scenici di venti minuti che contribuiscono all’affresco d’Italia conducendoci nella Basilicata petrolizzata della Val d’Acri raccontata attraverso il mito di Medea, nella Siena città gioiello costruita attorno a una banca grande “ummonte” e oggi riunita al suo capezzale, e quindi, risalendo a ritroso nella storia, nella Parma di Oltretorrente in grado di resistere ai fascisti di Italo Balbo, e nel piccolo paesino abruzzese di Montesilvano, dove i ricordi degli anziani fanno rivivere le loro storie e quelle dell’Italia a partire dagli anni drammatici della guerra.
Sarà concreto il viaggio nel quale i danzatori di Balletto Civile guideranno gli spettatori, in un percorso itinerante che intreccia nello spazio del Giardino le coreografie di Michela Lucenti e la musica dal vivo della violoncellista Julia Kent, nella sollecitazione di memorie personali in attesa di “risvegli”, ovvero di efficacia per il tempo che “è adesso”.
Per la prima volta insieme, l’attrice e regista Isabella Ragonese e la cantautrice rock Cristina Donà danno vita a uno straordinario evento creato per questa occasione: un reading-concerto
dal titolo Italia Numbers, con testi di Michela Murgia e Stefano Massini, incentrato sui temi più sensibili della “memoria del presente”, a partire dalla violenza sulle donne, sullo sfondo di un’Italia attraversata da una profonda crisi di cultura e valori. “Un viaggio in Italia con la radio accesa” scandito da due magnifiche voci della scena musicale, teatrale e cinematografica del nostro paese, a conclusione di un itinerario fatto di tasselli di memorie che vivono del presente del teatro per parlare a quello di ciascuno.
Cristina Valenti