A teatro avviene che la memoria si intrecci con il presente:
il tempo dello spettacolo e quello degli spettatori, l’orizzonte dei fatti evocati e quello dell’accadere scenico. Il Museo per la Memoria fa da sfondo agli appuntamenti teatrali ospitati nel giardino, accogliendoli in uno spazio di pensiero e partecipazione civile che non manca di accendersi ogni volta di un senso e di un valore ulteriori.
La terza edizione della rassegna “dei teatri, della Memoria” mette al centro l’urgenza del presente come punto di vista sul passato, prossimo o remoto che sia. un percorso di sguardi che coinvolge ancora una volta interpreti d’eccellenza del nuovo teatro italiano, aprendosi alle espressioni più giovani della ricerca contemporanea.
Ad Ascanio celestini è affidata l’apertura, con storie di razzismo che appartengono a una memoria recentissima e ci parlano al tempo stesso di un passato dal quale credevamo di esserci riscattati, pensando a quando gli stranieri eravamo noi.
I giovani finalisti del Premio scenario per ustica presentano in un’unica serata i loro studi scenici di venti minuti che portano alla luce paesaggi umani e sociali troppo spesso rimossi: luoghi di disagio e di esclusione, esistenze che lottano per spazi di cittadinanza attiva, storie di lavoro negato o tragicamente privo di tutele e diritti, scenari di normale subornazione culturale che costituiscono la memoria delle generazioni cresciute negli ultimi decenni.
Maria Paiato è protagonista di uno spettacolo ormai di culto (premiato con il premio ubu e il premio della critica), sull’alluvione del Polesine vista attraverso i ricordi di una donna eternamente bambina, interprete di una tragedia che ne sovrasta gli affetti e la psiche.
la compagnia M’Arte racconta la tragedia del pizzo e dell’usura ricostruendo per dialoghi spezzati e intensissimi storie di vite improvvisamente in bilico fra paura e vergogna, eppure determinate a ritrovarsi in un soprassalto di coraggio.
Infine la compagnia scimone sframeli costruisce l’affresco surreale e attualissimo di un suburbio metropolitano che appartiene a una memoria senza tempo, un cortile-discarica che è metafora e ritratto della contemporaneità e che è valso al drammaturgo un meritatissimo premio ubu.
spettacoli che richiamano scenari solo apparentemente lontani, uniti dal filo di una memoria che si costruisce a partire dal presente di ciascuno, di cui il teatro consente di condividere l’esperienza e il racconto.
Cristina Valenti